Lutnick confermato come capo del commercio con un voto al Senato di 51-45.

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Il Senato degli Stati Uniti ha confermato Howard Lutnick come Segretario del Commercio con un voto di 51-45, posizionandolo come figura chiave nell'agenda commerciale del Presidente Trump.

Lutnick, ex CEO di Cantor Fitzgerald, è destinato a svolgere un ruolo significativo nell'attuazione delle politiche commerciali "America First" di Trump, che utilizzano i dazi come strumento di negoziazione.

La conferma di Lutnick indica una continua spinta verso il nazionalismo economico, dando priorità all'industria domestica e agli aggiustamenti del saldo commerciale.

Egli si allinea con "l'agenda commerciale e tariffaria" di Trump, puntando a correggere gli squilibri commerciali imponendo tariffe reciproche.

"Possiamo usare i dazi per creare reciprocità, equità e rispetto nel commercio internazionale," ha dichiarato Lutnick.

Durante la sua audizione di conferma, Lutnick ha respinto i timori che i dazi causino inflazione, definendoli "nonsense".

Sostiene l'impiego dei dazi per incoraggiare altri paesi a ridurre le barriere alle esportazioni americane.

Trump ha incaricato Lutnick di guidare l'agenda tariffaria e commerciale dell'amministrazione.

Nel suo nuovo ruolo, Lutnick sovraintenderà un ampio dipartimento con responsabilità che vanno dalla gestione delle attività ittiche ai controlli sulle esportazioni.

Il Dipartimento del Commercio è anche responsabile di un programma da quasi 53 miliardi di dollari che prevede sussidi per stimolare il settore della produzione di chip negli Stati Uniti.

Lutnick ha promesso di cedere i suoi interessi finanziari per rimanere imparziale, impegnandosi a vendere tutti i suoi interessi e beni entro 90 giorni dalla sua conferma.

Si prevede che Lutnick giocherà un ruolo cruciale mentre gli Stati Uniti si riaffacciano nelle discussioni economiche, in particolare con la Cina.

Ha indicato un approccio fermo riguardo alla gestione delle vendite di tecnologia del Dipartimento del Commercio verso la Cina, affermando che i controlli sulle esportazioni statunitensi sarebbero supportati dalla possibile imposizione di dazi.